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Ottavo continente, un mostra senza confini - MAXXI A[R]T WORK
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Ottavo continente, un mostra senza confini

Un nutrico gruppo interclasse del Liceo classico Luciano Manara di Roma, dal 7 all’11 aprile, ha scoperto il dietro le quinte delle professioni museali grazie al PCTO del MAXXI.

Come di consueto, dopo la sessione propedeutica, la seconda parte del programma ha visto gli studenti entrare nel ruolo e quindi è toccato a loro immaginare di organizzare una ipotetica mostra.

 

Dopo un lungo dibattito, il tema scelto dalle studentesse e dagli studenti del liceo classico di Monteverde è il mare e “Ottavo continente. L’acqua ha memoria” è il titolo scelto per l’ipotetica mostra.

È seguito un brainstorming che ha impegnato per diverse ore i cinque gruppi di lavoro (Direzione artistica, Curatela, Allestimento, Marketing e Comunicazione) che hanno sviscerato i tanti possibili aspetti del macro tema.

 

 

La superficie del mare ma anche gli abissi sono “luoghi” dove è possibile trovare tracce indelebili lasciate dall’uomo. Che si parli di passato o di presente è sempre vero che l’acqua del mare ha memoria. Reperti archeologici ritrovati nel fondo del mare raccontano di civiltà del passato, ma sui fondali si trovano anche giacimenti minerari e cavi che connettono i cinque continenti. Sulla superficie navigano cargo pieni di merci ma anche bagnarole cariche di speranza per un futuro migliore. E poi c’è il tema ambientale.

 

La ricerca delle opere che possano raccontare le tante storie del sopra e del sotto all’Ottavo continente è stata molta impegnativa e piena di sorprese.

 

Nell’ipotetica mostra convivono i vasi greci che raccontano le vicende di Ulisse accanto ai reperti archeologici inventati da Damien Hirst, sulle placide acque azzurre dei “32 mq di mare circa” di Pino Pascali  si riflettono la “Refugee boat” di Yoko Ono e il trittico “Raft Sea” di Robert Longo, entrambi dedicati alle rotte della speranza di chi scappa dal paese natio per fuggire dalla guerra, dalla povertà, dall’ingiustizia. Anche il cinema è preso in considerazione  e “Io capitano” di Matteo Garrone è il film perfetto per questa sezione della mostra.

 

Si lascia la superfice del mare per inabissarsi e “Blue Monochrome” di Ives Klein e “Blu, verdi e marroni” di Mark Rothko sono i quadri  nei quali l’occhio si perde così come nel vortice “Descension” di Anish Kapoor e “Piattaforma Luna” di Yuri Ancarani  che racconta la vita dei tecnici specializzati delle piattaforme oceaniche.

 

 

Per affrontare il tema ambientale si è scelto di esporre i blocchi di ghiaccio dell’istallazione “Ice Watch” di Olafur Eliasson, le barriere coralline in via di estinzione “Changing seas III” di Courtney Mattison, il grande squalo balena fatto di bottiglie di plastica dell’Ocean Park di Rizhao e la grande piovra gonfiabile “Asia One” di Cao Fei, tutte opere che lanciano un grido di allarme a difesa di un pianeta che stiamo distruggendo.

 

 

 

Dopo i cinque giorni al MAXXI, nella Sala Lonardi Buontempo, le studentesse e gli studenti del Manara hanno organizzato la presentazione dell’ipotetica mostra. Al termine della lettura del comunicato stampa un applauso ha confermato l’ottimo lavoro fatto dal gruppo di lavoro dell’Ufficio comunicazione.

 

Comunicato stampa:

 

Ottavo continente. L’acqua ha memoria

 

Africa, Asia, America del Nord e del Sud, Antartide , Europa, Oceania e poi…?

Il Mare: il nostro “Ottavo Continente”.

La vita ha origine dall’acqua e l’acqua ha memoria…quindi quale migliore elemento per raccontare la nostra vita?

In questo viaggi, immergendoci nella mostra, percorriamo la memoria dell’acqua calandoci fino alla profondità degli abissi per poi riprendere fiato tornando in superfice.

 

Tuffatevi con il corpo e con l’anima in una esperienza dalla quale uscire “zuppi” di consapevolezza nuova.

 

 

Al giorno d’oggi l’aspetto ambientale e sociopolitico è sempre più presente nella nostra quotidianità, ed è impossibile non notare come l’uomo stia condizionando la salute del nostro pianeta, della nostra casa che ci è stata donata senza pretendere nulla in cambio se non il rispetto.

 

“Ottavo Continente. L’acqua ha memoria” è una mostra collettiva che propone un insieme di opere realizzate da artisti provenienti da tutti i continenti, che confluiscono in un unico stesso tema, affrontando l’immensità di argomenti che ne derivano: partendo dall’abisso e dall’ignoto, intrinseco nelle sua oscurità per arrivare al fondale plasmato dall’uomo attraverso la tecnologia e caratterizzato nella storia da numerosi scavi archeologici, passando  poi per le barriere coralline segnate dalla presenza invasiva dell’uomo, che lascia dietro di sé le tracce di una distruzione o per meglio dire, di autodistruzione.

 

Infine si torna nell’ambiente a noi vicino: la superficie, specchio della realtà estremamente contrastanti che vanno dai nostri usuali bagni di spensieratezza fino agli strazianti bagni di dolore e sofferenze dei migranti.

 

 

Qui di seguito, in ordine sparso, l’elenco degli artisti e le relative opere selezionate: Yuri Ancarani (“Piattaforma Luna”), Damien Hirst (“The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living” e “Treasures from the Wreck of the Unbelievable”) , Ives Klein (“Blue Monochrome”),  Anish Kapoor (“Descension”), Cao Fei (“Asia One”),   Yoki Ono (“Refugee Boat” ), Katsushika Hokusai (“La grande onda”), Diego Marcon (“Ludvig”),  Mimmo Jodice (“Mediterraneo”), Pino Pascali (“32 mq. di mare circa”), Abdoulaye Konatè (Ocean, mother and life”), Matteo Garrone (“Io capitano”), Paolo Pellegrin (“Desperate crossing”) , Bruna Esposito (“Oltremare”), Olafur Eliasson (“Ice Watch”), Claude Monet (“Ninfee”) , Robert Longo (Raft at Sea”)

Museo MAXXI
Federico Borzelli

Marketing territoriale e Formazione per il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo.